Anna Bolena by Carolly Erickson

Anna Bolena by Carolly Erickson

autore:Carolly Erickson
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852031083
editore: Mondadori
pubblicato: 1990-01-01T05:00:00+00:00


XII

Così questo strano caso, per raggiungere un verdetto,

si trascinò di udienza in udienza, tanto che tutti si aspettavano sempre la sentenza alla seduta del giorno dopo.

Un brusio di voci riempiva la grande aula del monastero dei Domenicani a Londra. Il tribunale legatizio, presieduto dai cardinali Campeggio e Wolsey, stava per riunirsi, e sebbene avesse tenuto udienza per parecchie settimane, quel giorno, per la prima volta, si sarebbe contraddistinto per la presenza del re e della regina.

Gli spettatori cominciarono ad arrivare presto, persino prima che apparisse il personale della corte – i funzionari e i procuratori, i teologi e gli ecclesiastici che consigliavano la regina, gli avvocati del re. Erano indaffarati a discutere, e il suono della loro concitata conversazione si spandeva e riecheggiava nella vasta stanza mentre i palafrenieri e gli uscieri andavano e venivano trasportando le suppellettili per i partecipanti. C’erano due seggi, rivestiti di panno d’oro, per i legati, e una lunga tavola drappeggiata di arazzi di fronte a loro. Dominava l’ambiente, alla destra di dove si sarebbero seduti Campeggio e Wolsey, un alto baldacchino di broccato d’oro e al di sotto, su un palchetto rialzato, stava il trono ricco di decorazioni. Alla sinistra delle sedie dei legati si trovava un baldacchino più piccolo e una scranna per la regina. Furono approntati posti per l’arcivescovo di Canterbury, Warham, e i suoi colleghi e per le figure minori dell’imminente dramma. Il mormorio proseguì per tutto il tempo, mentre gli astanti attendevano nervosamente l’arrivo dei monarchi.

Che il re dovesse arrivare era fuori di dubbio. Questa doveva essere l’ora della sua vendetta, quando dopo due anni di ostruzioni finalmente sarebbe stata pronunciata una sentenza e – egli attendeva con fiducia – il suo matrimonio con Caterina sarebbe stato giudicato nullo. Per molti mesi fra l’inutile udienza segreta di Wolsey nel maggio 1527 e la riunione del tribunale di Campeggio ampiamente propagandata, il re era diventato esperto come qualsiasi teologo o giurista sulla legge canonica del divorzio. Aveva scritto un lungo ed esauriente trattato sulle sentenze relative al proprio matrimonio, aveva studiato gli scritti di altri raggiungendo conclusioni definitive. Era un esperto, e la sua esperienza aumentò la sua sicurezza molto al di là della logica. Era assolutamente convinto di avere ragione e di trionfare.

Soltanto alcuni giorni prima i londinesi l’avevano visto scendere lungo il fiume nella sua lancia, circondato da un gruppo di dame e gentildonne della corte, allegro e determinato, e sostare al palazzo di Tomaso Bolena sulla riva del fiume, mentre aspettava che salisse la marea. Era diretto a Greenwich, dove sarebbe rimasto per tutta la durata dell’udienza. Era pronto, più che pronto, a comparire.

Ma per la regina la situazione era diversa. Avrebbe risposto alla citazione in giudizio? Era già comparsa davanti ai legati una volta, piangendo nel salone con un «folto gruppo» di sostenitrici e dichiarando, nel suo inglese frammentario, che Campeggio e Wolsey non erano giudici competenti per il suo caso e appellandosi a Roma per una giustizia più imparziale. Aveva dispiegato una solenne regalità in tale



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